Ieri sera, ad un’ora piuttosto tarda per fortuna, stavamo zompettando da un canale tv all’altro in attesa che calasse la palpebra e ci imbattiamo in “Top Secret”, su Canale 5. Argomento della puntata “Il porno al femminile”.
Da quanto ho potuto capire era una sorta di disquisizione sociologica sul femminismo all’interno della pornografia, il cui motto era “le donne fruiscono del porno, le donne lo creano e lo producono a loro piacimento”.
A sostenere questa profonda rivoluzione sociale una donna un po’ avanti con gli anni, definita “esperta del settore”, una regista con un percing al labbro, uno al naso e uno al sopracciglio, rossetto fucsia fosforescente e la testa rasata ad hoc da una sola parte per lasciare scoperto il tatuaggio sul cuoio capelluto, e un’altra regista donna, straniera, che rivendicavano il diritto delle donne di creare il porno secondo un gusto prettamente femminile, stravolgendo il ruolo della donna che non doveva essere solo oggetto, ma protagonista; una donna, dicevano, che sia il centro della storia, il fulcro della trama; una trama che si svolga sulla (ehm….) donna e per le donne. EVVABE’.
Claudio Brachino intervistava quella che credo fosse una pornostar e, fra un’immagine appena mostrata e una allusione più o meno velata, tutti continuavano questo studio, più o meno discutibile ed interessante, della pornografia dal punto di vista femminile. A parte i toni e i livelli culturali delle intervistate (in realtà la “esperta del settore” non era tanto malaccio), il tutto poteva anche avere un senso.
Insomma, il fenomeno pornografia esiste, non possiamo ignorarlo e, in una società in cui si studia di tutto, potrebbe andar bene anche vedere i risvolti sociali di una “abitudine” piuttosto frequentata…almeno finchè la Nintendo non ha messo in circolazione i Pokemon.
A me, che non amo molto il “femminismo” nè la porografia, potrebbe pure andar giù che la donna rivendichi il diritto di avere una propria identità anche all’interno di quel settore, pur chiedendomi, ma non lo voglio sapere, nella pratica, cioè nella trama, nella vicenda, nell’incontro, chiamatelo come volete, in che senso potrebbe essere rivalutata. EVVABE’.
Ma quando è apparso un tizio, ormai avanti negli anni, un tale Michele non so come, definito “PORNOLOGO” sono rimasta basita.
Pornologo??? Esiste la Pornologia? Pure word lo segna rosso, oh! Dove si studia la pornologia, esiste una università? Qual è? La Rocco Siffredi University? E chi era il suo relatore di laurea, Franco Trentalance? E il tirocinio l’ha fatto con la moglie di quel buonanima di Schicchi? (Mamma, se leggi stati tranquilla, li conosco tramite i Reality).
Vorrei proprio vedere la bibliografia della sua tesi. Lo chiamano dottor “Vattelapesca”? E questo ci campa col suo lavoro di pornologo?Avrà un ufficio da pornologo? Sarà forse iscritto in un albo? Se è così perché continuare a conseguire inutili lauree in Ingegneria, Matematica, in Lettere e rimanere disoccupati o finire in un call center?
Per dirla con Brignano EVVABE’ che VABBE’…..ma che davero davero????
A quel punto ho premuto il tastino rosso del telecomando, ho abbandonato tutti questi dubbi, (sono certa che potrò continuare a vivere senza approfondire la questione), sono andata sul sicuro col mio libro e buonanotte al secchio….
PS. l’immagine non c’entra niente, se non per lo sguardo esterrefatto dell’animale. Ma mettevi un pò voi a cercare una foto inerente all’argomento su internet!
Pornografia? MI ricordo che tanto tempo fa questi discorsi venivano indicati come discorsi da Bott….. Ehm…si può dire? Vabbè diciamo discorsi tipici di donne dai facili costumi e di buon cuore tanto da regalare (a pagamento) le proprie grazie a chi ne avesse fatto richiesta……
Hai fatto bene a spegnere!